Insegnamento "Etnomusicologia [Triennio]"

Pannello di gestione dell'insegnamento per l'A.A. 2022/2023

Nome inglese
Etnomusicology  
Codice
CODM/02  
Area FIT
 
Ore
24  
Obiettivi formativi
Conoscenza delle tradizioni musicali italiane, europee ed extraeuropee. Consapevolezza dei numerosi modi alternativi di considerare e trattare la musica, il musicista, l'esecuzione, il suono ed i suoi parametri costitutivi (altezza, timbro, armonia, ritmo, forma) anche in maniere diverse rispetto a quanto avviene nella musica scritta europea. Comprensione del fatto che non esiste una musica più "normale" rispetto ad altre e che gli aspetti che spesso appaiono a noi più inconsueti nelle musiche tradizionali sono proprio i più importanti ed irrinunciabili, e del fatto che vi sono molti aspetti in comune tra le musiche tradizionali e la musica contemporanea "colta" di ricerca. Consapovolezza dell'importanza e della preziosissima unicità della musica classica "colta" europea, proprio nel confronto con le altre tradizioni musicali del mondo.  
Programma del corso
L’intero corso è corredato da molte decine di ascolti audio illustrati dal docente, nonché dalla visione di video e di mappe. Vengono inoltre distribuiti molti materiali didattici: dispense, articoli, mappe, link, elenchi di tutte le registrazioni ascoltate e di tutti i materiali visionati e link per riascoltarli o rivederli. I corsi di Triennio e Biennio sono concepiti per essere fruiti al meglio frequentandoli uno dopo l’altro, nell’ordine. Il corso del Triennio è pertanto concepito come preparazione al corso del Biennio.


INTRODUZIONE
Come si può affrontare lo studio dell’etnomusicologia secondo diverse impostazioni:
- Per aree geografiche e culturali, studiate separatamente.
- Affrontando la storia dell’etnomusicologia, la sua nascita ed i suoi sviluppi e tendenze
- Per via induttiva, affrontando dettagliatamente dei casi di studio particolari usati come campioni, e deducendo praticamente da essi cosa significa fare etnomusicologia.
- Facendo un paragone tra la musicalità tipica della tradizione scritta occidentale e la musicalità tipica di molte tradizioni orali, così come essa si manifesta nel trattamento dei diversi parametri del suono e dei diversi aspetti della musica (altezza, armonia, polifonia, timbro, ritmo, forma, dinamica, ecc...). Quest’ultima è la strada da noi seguita, dato l’esiguo numero di ore a disposizione e data la tipologia degli allievi frequentanti.

Alcune tendenze diverse dell’etnomusicologia: la tendenza “analitica” e l’aspetto etic, e quella “antropologica” e l’aspetto emic. Diversi orientamenti d’opinione nelle due scuole nei casi più estremi. La scuola “della decostruzione”. La scuola “diffusionista” (il diffusionismo storico; il neodiffusionismo moderno). La scuola “funzionalista”: ogni cosa è espressione delle necessità fondamentali dell’uomo ed ogni cosa ha un ruolo nella società, una funzione nel creare in essa solidarietà e stabilità; il risultato è che società organizzate in modo simile tendono a produrre fenomeni culturali simili in ogni ambito. Esempi di tali scuole in ambito sia etnomusicologico che antropologico.

Alcune questioni vive nel dibattito etnomusicologico
- Definizione di “popolare”
- legittimità dello studio delle “classi popolari europee”; chi le studia: le classi "alte"?
- legittimità dello studio delle musiche extraeuropee (sono anche “classiche”?); chi le studia, gli europei?
- legittimità dell’inclusione o dell’esclusione della musica colta europea nell’ambito degli studi etnomusicologici;
- rispetto dell’intimità privata di chi viene documentato;
- diritti sui materiali raccolti;
- legittimità delle comparazioni e metodi per effettuarle;
- concetto di “identità”;
- concetto di “genere” (maschile o femminile) in relazione alla musica;


1. ARGOMENTI DI CARATTERE MUSICALE ED ANALITICO

1.1 MELODIA, ALTEZZA
- Il concetto di modulo. Modulo e scala. È dovuta alla distinzione tra etic ed emic. Ascolti di moduli bifonici, trifonici, tetrafonici, fino ad arrivare a quelli pentatonici ed oltre. Quali sono i moduli trifonici più diffusi in Sardegna, e quali quelli più diffusi in Italia continentale. Suffissi, prefissi, infissi.
- Le scale. Il temperamento come caratteristica della musica colta recente. Alcune scale esaminate in esempi di musiche tradizionali: le scale pentatoniche anemitoniche di diversi tipi.
La pentatonia come apparente “universale” e questioni correlate. La scala pentatonica giapponese, la scala pentatonica lituana per toni interi (nella musica per la cetra kankles), altre. Scale equalizzate, scale equalizzate approssimativamente. Scale derivate dalla serie degli armonici (in diversi strumenti a fiato tradizionali e nei repertori vocali influenzati da tali strumenti).
- Approndimento: gli “universali” ed il dibattito su di essi. Conclusioni attuali.
- Analisi del profilo melodico (Adams). I punti I, F, H, L. Il concetto di “deviazione”.
Tipologie melodiche:
- Melodie a picco (ovvero a profilo discendente), probabile ragione della loro grande diffusione nel mondo da ricercarsi nella fisiologia dell’apparato fonatorio umano.
- Melodie a profilo ondulato (spesso legate a situazioni in cui l’oscillazione si traduce anche in gesti; importanza di ciò).
- Melodie ad intonazione variabile.
- Assenza frequente del concetto di “nota” fissa e ben individuata (esempi, anche con la tecnica del rallentamento). Il problema della trascrizione e dell’analisi (trascrivere ed analizzare significa sempre “scegliere” ed i criteri per farlo possono essere più o meno pertinenti o rispettosi).
- L’importanza dell’analisi del tasso melismatico in alcuni contesti. Ricadute di repertori colti in un ambito di tradizione orale: semplificazione di passi originariamente melismatici, oppure arricchimento melismatico di passi originariamente poco melismatici.

1.2 TIMBRO
- L’analisi del timbro. Si ribadisce l’enorme ed assoluta importanza e predominanza del timbro sugli altri parametri del suono nelle musiche di tradizione orale. A quali fenomeni fisici è principalmente legato il timbro. I tentativi di indicare il timbro per iscritto in passato e in tempi recenti.
- Le ricerche di tipo cognitivo e statistico sui possibili modi “naturali” di indicare graficamente il timbro ed anche le altre caratteristiche di un suono (Robert Walker). L'universalità dell'importanza del timbro (e la non universalità dell'importanza dell'altezza). L’analisi del timbro tramite mezzi informatici (spettro, sonogramma).
Esempi di canti basati sul timbro delle vocali. Il canto armonicale (Tibet, Mongolia, Tuva ed altrove) e sua natura. Esempi di diversi stili possibili e loro differenze. Sonogrammi di canti armonicali.
- Evoluzione timbrica degli strumenti europei. Rapporto tra timbro ed impronta “identitaria” di una musica. Rapporto tra timbro ed ambiente di esecuzione. Importanza limitata del timbro nella musica colta, tranne che nel Novecento; convergenze tra musica colta contemporanea e musiche di tradizione orale. Proviamo a chiederci: perché? Il timbro non è forse il parametro più totale, inclusivo, globalizzante, complesso, il più collegato a tutti gli altri aspetti della musica ed anche ad aspetti extramusicali? E il timbro delle musiche tradizionali non è dovuto anche al fatto che sono sempre “funzionali” e mai “spettacolo”? Quindi, perché cerchiamo talvolta qualcosa di simile?

1.3 RITMO
- I ritmi nella musica colta.
Concezioni ritmiche tradizionali diverse da quelle della musica colta: - Il ritmo quantitativo contrapposto a quello accentuativo.
- I ritmi con pulsazioni ineguali ed allungamenti non misurati: i diversi modi di eseguire alcune danze ternarie in Norvegia (springar ed affini, talvolta anche la pols).
- I ritmi aksak (con ascolti ed esercizi per l’individuazione delle pulsazioni in tali ritmi, da brani africani e da brani bulgari e romeni). Test sulla percezione e trascrizione dei ritmi.
- Il ritmo considerato come mezzo per incastrare e combinare strutture complesse tramite eventi-segnale (nel gamelan).
Importanza estrema di somatizzare il ritmo, cioè di trasformarlo in movimenti del corpo, come unico modo possibile per riuscire a comprenderlo. Il ritmo come fenomeno qualitativo e non quantitativo (secondo le puntualizzazioni di M. Schneider).
- Le poliritmie e considerazioni sui problemi ad esse connessi.
- Ritmi complementari: I ritmi nei canti sutartine della Lituania.


2. APPROFONDIMENTI DI CARATTERE ANTROPOLOGICO

Classificazione funzionale dei canti:
- rituale (di preghiera, di iniziazione, sciamanico, celebrativo o di lode, di memorizzazione)
- narrativo
- di lavoro (ritmico, di segnalazione o di annuncio)
- lirico-monostrofico (anche improvvisato: amoroso, umoristico e di scherno, di protesta).
- Approfondimento: oralità primaria e secondaria; alcuni caratteri dell’oralità primaria.
- Il ciclo dell’uomo: nascita, battesimo, iniziazioni, fidanzamento, matrimonio, matrimonio ritualizzato, ninna nanna, lutto e canti funebri.
- Approfondimento: l’infantilizzazione.
- Il ciclo dell’anno: aratura, anche soltanto rituale, semina, altri lavori nei campi, raccolto, vendemmia, celebrazione dell’inverno o festività invernali. Il "maggio" rituale, l’improvvisazione in ottava rima, rituali di fine anno (Natale, Epifania, “cantar la stella”, Capodanno). I diversi Carnevali rituali arcaici (in Sardegna, nelle Alpi ed in altri luoghi).


3. ALCUNE PERSONALITÀ IMPORTANTI NELLA STORIA DELL’ETNOMUSICOLOGIA

Brevi profili delle personalità che hanno fatto la storia di questa disciplina, dal primo Ottocento fino ai nostri giorni, con presentazione dei tratti principali del loro pensiero.


CONCLUSIONE
Riflessione sugli obiettivi del corso e su quanto abbiamo imparato.
Approfondimento: anche la musica classica è una tradizione, con caratteristiche uniche e preziose, e proprio lo studio dell’etnomusicologia ci insegna e ci dimostra quanto sia unica, speciale e preziosa la musica classica “colta” europea e quanto sia errato pensare che “tutte le musiche siano uguali ed equivalenti”. Piuttosto: ognuna è unica, diversa e preziosa.  
Programma d'esame

Esame orale su tutto il programma svolto. ATTENZIONE: l'esame è obbligatorio per tutti anche se la valutazione finale del corso compare nel piano di studi come "idoneità".  
Competenze in uscita

Conoscenza delle principali tradizioni musicali italiane, europee ed extraeuropee. Consapevolezza dell'esistenza di numerosi modi alternativi di considerare e trattare la musica, il musicista, l'esecuzione, il suono ed i suoi parametri costitutivi (altezza, timbro, armonia, ritmo, forma) anche in maniere diverse rispetto a quanto avviene nella musica scritta europea. Comprensione del fatto che non esiste una musica più "normale" rispetto ad altre e che gli aspetti che spesso appaiono a noi più inconsueti nelle musiche tradizionali sono proprio i più importanti ed irrinunciabili. Consapevolezza del fatto che vi sono molti aspetti in comune tra le musiche tradizionali e la musica contemporanea "colta" di ricerca. Consapovolezza dell'importanza e della preziosissima unicità della musica classica "colta" europea, proprio nel confronto con le altre tradizioni musicali del mondo.  
Bibliografia

M. Agamennone, S. Facci. F. Giannattasio, G. Giuriati
Grammatica della musica etnica
Bulzoni Editore
ISBN 88-7119-316-4
Capitoli “Scala” (da pag. 83 a pag. 112), “Melodia” (da pag. 113 a pag. 144)

G. Adamo, M. Agamennone, C. Ciasca, S. Facci, F. Giannattasio, G. Giuriati
Forme e comportamenti della musica folklorica italiana.
Etnomusicologia e didattica.
A cura di Giovanni Giuriati. Prefazione di Diego Carpitella
ed. Unicopli, 1985, con cassetta o cd (talvolta in vendita anche senza cassetta o cd)
Capitolo “Il suono nella tradizione orale” (da pag. 155 a pag, 173),

Roberto Leydi
I canti popolari italiani
Oscar Mondadori Guide
1973, 1997 (12a ristampa)
(importanti le notizie sulle ballate del Nord Ovest tipo "Prinsi Raimund" e simili)

F. Giannattasio
Il concetto di musica
Bulzoni Editore
ISBN 88-8319-191-9
Capitolo 9 (“Il progetto musicale e l’espressione estemporanea”, da pag. 165 a pag. 204).

Roberto Leydi
L'altra musica
Giunti-Ricordi
Firenze, 1991

J.T. Titon
I mondi della musica, le musiche del mondo Ed. Zanichelli (con cd).

Sulle teorie di Robert Walker sulla rappresentazione visuale delle caratteristiche dei suoni: Walker, R. (1997) Visual metaphors as music notation for sung vowel spectra in different cultures. Journal of New Music Research, 26 (4), 315 - 346


 
Sitografia
LETTURE OBBLIGATORIE:
http://www.gkweb.it/classica.pdf


ALTRE LETTURE UTILI:

http://www.gkweb.it/trasmissione.pdf  
Iterabile
No  
Idoneità
No  
Livello
Triennio  
Collettivo/individuale
Collettiva  
Debiti
No  
Mutuabile
Sì  
Accumulo ore
No  
Scelta Docente
No  
Attivo
Sì  
Creazione
17/03/2022  
Ultimo aggiornamento
27/01/2023  

Crediti assegnati per tipologia

Tipologia A 0 Crediti
Tipologia B 0 Crediti
Tipologia C 4 Crediti
Tipologia D 4 Crediti
Tipologia E 0 Crediti
Tipologia F 0 Crediti